Gli Alimenti Monoproteici sono nati come alimenti specifici, necessari nei casi di reazioni avverse al cibo. Negli anni, poi, monoproteico è diventato sempre più sinonimo di “alimento migliore”, anche se non esiste una vera giustificazione scientifica.
Il falso mito "Alimento Monoproteico = Alimento Migliore" ha portato ad utilizzare questi prodotti quotidianamente anche per animali sani, senza particolari necessità, sbilanciandone la dieta.
Il termine stesso, Monoproteico, è utilizzato in modo improprio creando un po’ di confusione nell’acquirente.
Approfondiamo assieme questo aspetto.
COSA VUOL DIRE MONOPROTEICO
La legge europea sugli alimenti per animali non dà una definizione specifica di monoproteico, ma nell’accezione comune si intende un alimento che contenga una sola fonte proteica di origine animale.
Si fa dunque riferimento ad una singola Fonte Proteica e non a una singola Proteina: fonte proteica e proteina sono cose diverse.
Fonte proteica: questa definizione è consentita dalla legge solo se almeno il 12% del valore energetico dell’alimento è apportato da proteine 1.
Significa quindi che una fonte proteica è un alimento dove la maggior parte dei nutrienti sono proteine (come la carne, il pesce, le uova, ecc…).
Proteina: macromolecola formata da centinaia o anche migliaia di unità di amminoacidi unite fra loro per mezzo di legami peptidici. La loro fonte può essere sia animale che vegetale.
Il pollo, ad esempio, è una fonte proteica, NON è una proteina, ma contiene tante proteine diverse.
Le reazioni allergiche sono generalmente dovute solo ad alcune di tutte le proteine presenti in una fonte proteica, poiché il sistema immunitario riconosce le singole proteine, indipendentemente da dove arrivino.
Riassumendo: monoproteico fa dunque riferimento alla singola Fonte Proteica e non alla singola Proteina.
Ricordiamoci che anche il riso o il lardo, ad esempio, considerati rispettivamente carboidrati e grassi, contengono proteine ma non sono fonti proteiche poiché le proteine non sono il nutriente principale.
Se scelgo un’alimentazione monoproteica per contrastare un’allergia, l’alimentazione deve essere ESCLUSIVA, cioè non devo dare altri alimenti con fonti proteiche diverse, poiché vanifico la “terapia”. Non posso dare crocchette monoproteiche al maiale e poi magari dare uno stick al manzo o un bocconcino al pollo poiché l’alimentazione non sarebbe più monoproteica.
MONOPROTEICO: VA BENE PER ANIMALI SANI?
Se è un prodotto di qualità, va benissimo come qualsiasi multi proteico.
Un alimento a singola fonte proteica di origine animale può essere più facilmente digeribile e assimilabile per soggetti con problemi digestivi (anche se non allergici) o per cuccioli che stanno sviluppando il loro apparato digestivo o, ancora, per anziani che hanno bisogno di cose semplici da assimilare.
Non deve però essere utilizzato in modo esclusivo per lunghi periodi: se ad un cane o ad un gatto faccio mangiare sempre lo stesso mono proteico, per molto tempo, posso far sviluppare un’allergia a quella fonte proteica (non solo al pollo, ma a tutte le fonti proteiche).
Scientificamente è provato che in un anno circa si può sviluppare un’allergia ad una proteina alla quale si è "esposti" costantemente.
È buona norma cambiare ogni 2 o 3 mesi nell’ottica di mantenere un’alimentazione varia, come raccomandato dai nutrizionisti veterinari.
Riferimenti:
1 “Regolamento (CE) N.1924/2006 del parlamento europeo e del consiglio del 20 dicembre 2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari”.
Dott. Valerio Guiggi Medico Veterinario Specialista in ispezione degli alimenti di Origine animale.
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